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Vigilanza non armata

Vigilanza non armataSpesso pensiamo che chi lavora nel settore della vigilanza e della security debba essere munito di arma, ma ci sono delle situazioni in cui è preferibile rivolgersi alla vigilanza non armata o servizio di guardia non armata. Entriamo ora nei dettagli: una guardia armata o giurata, a differenza della vigilanza non armata, è un cittadino privato che se dispone dei requisiti richiesti può entrare in un istituto di vigilanza. Lì saranno verificate le sue caratteristiche psico-attitudinali e gli sarà dato un titolo di polizia, autorizzandolo a esercitare azioni di vigilanza di beni mobili e immobili per conto di enti pubblici o clienti privati. Non sarà autorizzato, invece, alla tutela delle persone. L’arma sarà quindi affidata per difesa personale.

Parlando di vigilanza non armata intendiamo una persona che deve sorvegliare un luogo controllando che tutto sia in regola e che non può intervenire direttamente i n caso di anomalie, ma deve comunicare la situazione a chi di dovere. Entrare nella vigilanza non armata non richiede un iter particolare da seguire ma solo il rispetto delle disposizioni interne di ogni singolo istituto. In quali settori si impiega la vigilanza non armata? Nella maggior parte dei casi è richiesta da privati che vogliono un servizio di controllo e quindi si trovano come guardiani di palazzi, centri commerciali, fiere ed eventi. In tutti questi luoghi la vigilanza non armata ha un ruolo di monitoraggio, impedisce l’accesso a soggetti non autorizzati nelle aree riservate, ispeziona parcheggi e segnala anomalie. Si tratta inoltre di una figura professionale preparata in servizi antincendio ma si limita a svolgere un’azione di controllo fungendo da deterrente per eventuali malintenzionati.

In effetti la vigilanza non armata può fare davvero poco in caso di bisogno, in quanto deve segnalare semplicemente la situazione in caso di bisogno: esperienza e ottimo addestramento permettono però di prevenire situazioni pericolose e impedirne il verificarsi, ponendovi rimedio prima della loro degenerazione in fatti più gravi.

Vigilanza Sevitalia non armata e associazioni

Oggi chi opera nel settore della vigilanza non armata saprà dell’esistenza del tavolo interassociativo della security disarmata che ha dato recentemente vita al Patto Italiano per la Sicurezza Non Armata. E’ quindi seguita la nascita di una Confederazione ad opera delle Associaizoni AISS, ANISI, AOSIS, CONFSICUREZZA, FEDERPOL e PIU’SERVIZI che si fa oggi portavoce degli interessi della categoria. Gli obiettivi principali sono due: portare davanti al decisore politico eventuali riforme della normativa e creare una piattaforma concettuale unitaria che regolamenti il comparto e i lavoratori che si occupano di sicurezza non armata quali portieri, receptionist, buttafuori, investigatori privati, ecc. Il Patto Italiano per la Sicurezza Non Armata si incontra una volta al mese per confermare l’impegno delle associazioni che vi partecipano e  consolida gli obiettivi prefissati con tabelle di marcia serrate che puntano alla revisione dei contratti e al riconoscimento istituzionale. In primo luogo è stata costituita una confederazione che formalizza gli impegni delle diverse associazioni che partecipano al patto, ha natura trasversale ed è quindi altra cosa rispetto alle singole realtà confederali. Questo per garantire imparzialità operativa. La vera svolta è stata però sul piano operativo con l’elaborazione di un contratto a base unitaria dedicato a tutti coloro che operano in questo settore, per definire regole certe e tutelare chi opera con serietà sul mercato.

Il contratto di lavoro

Chi opera nel settore della sicurezza non armata è oggi soggetto al CCNL Multiservizi (siglato da LEGACOOP, CONFCOOPERATIVE, AGCI, FISE e CONFAPI assieme a FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL, UILTUCS UIL), dal contratto SAFI Servizi Ausiliari, Fiduciari e Integrati – siglato da ANISI, PIU’SERVIZI, ANIVP SERVIZI, FEDERSICUREZZA assieme a UILTUCS UIL), del CCNL per i dipendenti di agenzie di Sicurezza Sussidiaria non armata e degli Istituti Investigativi (siglato da AISS assieme a FEDERTERZIARIO ed UGL SICUREZZA) e del CCNL per i dipendenti degli Istituti Investigativi privati e di agenzie di Sicurezza Sussidiaria (siglato da FEDERPOL assieme a FESICA CONFSAL).

I comitati a tutela del settore

Le stesse associazioni hanno poi nominato due comitati a composizione paritetica che si occupano rispettivamente della normativa del settore e della materia contrattuale giuslavoristica, lavorando assieme per dar vita a un sistema di regole eque stilate da tecnici per tecnici. Obiettivo è quello di regolare il settore dal punto di vista contrattuale, con la realizzazione di un contratto unico per tutti i lavoratori, ma anche dal punto di vista normativo, creando delle istanze di riforma da presentare al ministero dell’Interno. Istanze il cui peso è maggiore dato che condivise dalle diverse confederazioni di settore e che quindi assicurerebbero a chi opera nella vigilanza una maggiore rappresentatività e potere nel campo dei servizi.

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